lunedì 20 giugno 2011

fumo negli o(re)cchi [¡viva la scienza!]

[Feynman a un convegno di intellettuali]

F: partecipava anche un sociologo, che aveva preparato e distribuito in anticipo la propria relazione. Cominciai a leggerla e sgranai gli occhi: non aveva né capo né coda. [...] provai una sgradevole sensazione di inferiorità, di inadeguatezza, finché mi decisi a farla finita. Avrei letto ogni frase lentamente e avrei cercato di decifrarla.
Mi fermai, a caso, e affrontai con la massima concentrazione la frase successiva. Non la ricordo a memoria, ma era molto simile a: «l'individuo in quanto membro di una comunità sociale spesso riceve informazioni attraverso canali simbolici visivi». Sapete che voleva dire? «la gente legge».
Passai alla frase successiva, e capii che ero capace di tradurre anche quella. E tutto divenne aria fritta: «a volte la gente legge, a volte ascolta la radio», ma era scritto in modo così sofisticato che prima non riuscivo a capire niente, e una volta decifrato non presentava niente da capire.
Accadde un unico fatto piacevole e divertente a quel convegno. Ogni singola parola pronunciata nelle sessioni plenarie era così importante che c'era uno stenotipista che trascriveva tutto. In una pausa della seconda giornata mi venne a parlare:«che mestiere fa lei? di sicuro non è professore...» «invece sono proprio un professore» «di cosa?» «di fisica...» «ah, si spiega!» esclamò «si spega che cosa?» «vede» rispose «io sono lo stenotipista e scrivo tutto quanto viene detto. quando parlano gli altri scrivo, ma non capisco. ogni volta che fa una domanda lei, o interviene, invece, capisco di che argomento si tratta, quindi avevo pensato che non fosse un professore.»
[...]
Al momento delle conclusioni, gli altri partecipanti dissero che [il convegno] era stato estremamente proficuo. Poi toccò a me: «questo convegno è stato peggio di un test di Rorschach, quando vi mettono davanti una macchia d'inchiostro informe e vi chiedono cosa vedete, ma se tentate di rispondere vi danno del matto»
Ma non era finita. Doveva esserci un'ultima seduta pubblica. Il presidente del nostro gruppo ebbe la faccia tosta di sostenere che data la quantità di lavoro svolto non c'era tempo per la discussione pubblica, avremmo soltanto letto al pubblico le conclusioni. Cascai letterlamente dalle nuvole: il nostro lavoro era stato zero!
[...]
«a mio parere» conclusi «non c'è stato nessun ordine, solo caos». Tutti mi si avventarono contro «non crede che dal caos possa nascere l'ordine?» «beh, intendete come principio generale?» non sapevo come districarmi da una domanda simile. Sì, no, ma poi in definitiva, che c'entra??
sta scherzando mr. Feynman!--Richard Feynman