lunedì 24 novembre 2008

Large Hadron Collider

Ha fatto parecchio rumore circa due mesi fa la partenza ufficiale di LHC, il mostruoso acceleratore di particelle europeo, al CERN di Ginevra.
Lasciando perdere il fatto che dopo pochi giorni di prove (da quanto ho capito, potrei sbagliare) qualcosa è andato storto, per cui si dovrà aspettare ancora prima di dare il vero via agli esperimenti, volevo spendere due parole analizzando la cosa un po' al di sopra delle parti.

LHC è, per farla in breve, un enorme anello (lungo 27 km) nel quale vengono iniettati fasci di particelle col fine di farli scontrare tra loro. La cosa importante sono i prodotti di questi scontri. Ci sono teorie che da decine di anni si basano su ipotesi che LHC potrebbe corroborare, oppure no. In entrambi i casi LHC avrebbe successo.
Tra le teorie in esame (di nuovo, per quel che ne so, e - vi assicuro - è davvero poco poco!) quella che sta lì da più anni di tutte e, soprattutto, quella che tiene in piedi completamente l'attuale modello con il quale i fisici oggi spiegano (male, ma incredibilmente bene - ossia il modello ha una marea di problemi e incongruenze, questo è il "male", ma riesce a dare ragione di cose assolutamente impensabili, le sue previsioni sono state verificate fino ad un'accuratezza impressionante; in definitiva: il modello non spiega tutto, ma spiega molto) la natura, è il (famoso - per gli addetti ai lavori, ma non solo) bosone di Higgs.
Se LHC non dovesse trovare tra i prodotti delle collisioni suddette questa particella (che, lo ripeto, è prevista dal modello e ne è un tassello importante) larga parte della fisica delle alte energie subirebbe davvero un bruttissimo colpo.

Ma non era mia intenzione fare divulgazione su LHC, il punto che vorrei toccare (diciamo sfiorare, che è meglio) risponde grossomodo alla seguente domanda? Davvero è utile spendere così tanti soldi per fare collidere particelle e vedere se salta fuori il bosone di Higgs?

Ovviamente l'argomento è immenso, direi quasi sconfinato, oltre che spinoso (per cui invece che sfiorare, forse è ancor meglio guardare da lontano). Facendo una brevissi(missi)ma ricerca, ho trovato che i finanziamenti ufficiali per LHC sono stati di 2.6 miliardi di euro.
Effettivamente detto così fa un po' spavento, ma se valutiamo che il costo va spalmato su un perido di 11 anni, che il budget stimato per le olimpiadi di Londra 2012 è di (attenti al botto) 11 mld di euro, (non voglio nemmeno citare il presunto costo della guerra in Iraq) forse il vostro spavento iniziale si ridimensiona un attimo.

Ma il punto non è nemmeno (non solo per lo meno) i soldi. Il punto è - detto come si deve: ma con tutto quel che c'è da fare di veramente utile, c'è proprio bisogno di tante energie spese per questo (passatemi il termine) giochino?

A mio avviso, la parola chiave - quella su cui si scivola - è "utile". Che significa utile? Possiamo intendere l'utilità solo dal punto di vista prettamente pratico: che so, il muratore è utile, l'ingegnere è utile, l'elettricista è utile, il bancario è utile...nel senso che producuno qualcosa di necessario nell'immediato, come case, automobili, conti correnti e così via.

Da questo punto di vista, LHC non è utile.

Poi c'è un'utilità più timida, quella assolutamente non immediata, ma comunque pratica a lungo termine.
Da questo punto di vista, LHC potrebbe (con buone probabilità) essere utile: quasi tutte - tutte, che io sappia - le innovazioni, i passi avanti nella conoscenza fisica (o biologica, o chimica, ecc...) della natura hanno portato a qualcosa di utilizzabile in maniera pratica. Gli esempi che mi vengono in mente sono internet (che fu inventato proprio dai fisici del CERN), ma non è proprio attinente. Lo è molto di più la Risonanza magnetica, assolutamnte impossibile da concepire senza la Meccanica Quantistica, o ancora il laser, o perché no, i semiconduttori e quindi tutta la moderna elettronica....e chi più ne ha più ne metta.
Le scoperte che (forse) farà LHC hanno la potenzialità di aprire intere nuove aree del sapere, e davvero non si può sapere quali applicazioni pratiche questo avrà...ma di certo c'è questa possibilità.

Un ultimo livello di utilità cui volgio accennare, fa un po' a pugni con l'aforisma del post precedente, ma solo sintatticamente.
L'utilità di (semplicemente) conoscere l'universo.
Questa utilità è molto più timida delle altre, tanto che spesso (quasi sempre) viene chiamata inutilità, ma io non sono d'accordo.

Voi sareste disposti (ad esempio) a non sapere che vivamo su un pianeta che ruota attorno ad una stella, ai margini di un agglomerato (impressionate) di stelle che tutte assieme viaggiano nello spazio? Sareste disposti a non sapere che tutto è composto da piccole unità di materia che si legano assieme a formare quello che vediamo? Ritenete che queste conoscenze siano inutili alla vostra vita?

Io credo al contrario che siano impagabilmente utili, più del computer e del frigorifero. Utili quando ci si ferma e ci si guarda attorno e si pensa; utili quando la sera si alza la testa verso il cielo e per un attimo ci si dimentica di quello che si deve fare cinque minuti dopo, o la mattina dopo, o il mese dopo; utili quando ci capita di allargare sempre di più il punto di vista su di noi, sugli altri, sulla vita - un po' come lo zoom in google earth: inziamo a non distinguere i nomi delle città, si perdono piano piano i confini delle regioni, poi degli stati; ma poi incomiciamo a vedere la forma dei continenti, dei mari.
E' un'utilità non pratica e difficilmente vendibile, ma più importante, perché non serve fuori, ma dentro di noi.



Anche se non c'entra molto o per niente, concludo con una frase di Russell, che mi piace da matti:

Il problema dell'umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi

Ora torno a studiare. Se lo avessi fatto invece di stare qui a scrivere, forse avrei scritto più pertinentemente (si dice?) su LHC (mi sa che questa frase è un non-sense).

Alla prossima!!!