mercoledì 23 febbraio 2011

tempusedaxrerum

Mi piacerebbe sapere se vi capita mai la seguente cosa:
passate un periodo tutto sommato tranquillo, da tutti i punti di vista, con impegni sufficientemente 'radi' o comunque con una scadenza sufficientemente lontana per potervi permettere di non lavorarci anche la sera, ad esempio, o comunque tale che non vi frulli per il cervello quasi constantemente.
In quel periodo avete tempo anche di fare altro, di pensare ad altro, di *cazzeggiare*, semplicemente. E magari vi vengono idee, ispirate dal libro che avete il tempo di leggere, e magari avete voglia di scriverle, di rielaborarle in qualche modo, e vi sentite 'crescere', sentite che si aggiungono dei pezzetti dentro di voi.

Poi il periodo finisce. Ogni buco della giornata è preso, si fanno un sacco di robe, che magari vi rendono anche fieri e vi fanno sentire bene...però, quando avete un attimo il tempo di tirare il fiato e guardarvi attorno..non vi trovate. Guardate nella vostra testa e non c'è nulla. Sì, certo, c'è che oggi avete fatto questo e quest'altro, e che quella persona vi ha detto la tale cosa, e che domani mattina dovete presentare la tal altra..ma voi, voi non ci siete. E vi rendete conto per un attimo, che tutte quelle cose frenetiche che avete fatto, non le avete fatte *davvero* consapevolmente, semplicemente le avete vomitate. E allora vi ricordate del periodo tranquillo, di quante idee, di quante strutture vi si formavano nella testa, quanti collegamenti tra le cose che vi succedevano e che leggevate sui giornali, sui libri o sentivate alla radio (tutte cose che ora non avete il tempo di fare, oppure anche sì, ma sempre di fretta, male e quasi perché vi sentite in *dovere* di farlo) di quale rete c'era dentro di voi che vi faceva essere consapevoli di quello che facevate, davvero.

Vi capita? davvero, mi interessa

Non so se la conclusione sia che è sempre positivo avere del tempo per oziare, oppure se è giusto avere periodi alterni, per poter davvero capire cosa si sta vivendo.

Comunque sia, e questo non me lo toglierà dalla testa nessuno (tanto più che oramai è diventato un lietmotiv di quel che dico e lo ripropongo in varie forme più o meno mascherato -- e comunque non è farina del mio sacco, come quasi nulla peraltro) sono convinto che l'ozio, l'avere poco da fare, l'avere il tempo di perdere tempo...ecco, questo: E' fondamentale. Ed è anche produttivo, a suo modo: da' all'individuo quella visione di lungo respiro che non avrebbe mai vivendo tutti i giorni a mo' di ricetta da eseguire. E questo è solo positivo, significa farsi una struttura interna, una coscienza, una morale., che permette poi di scegliere quali ricette si è disposti a cucinare e quali sono invece contro quello che noi siamo e che quindi vomiteremmo e basta.

mercoledì 9 febbraio 2011

heisenberg rivisitato

«In order to hold a very strong opinion, you have to exclude all the other opinions. And that means you have to become unreasonable.»
-Linus Torvalds-

(traduzione libera): quando si è molto sicuri della propria opinione su qualcosa, si perde inevitabilmente una faccia della questione. A prescindere da chi lo abbia detto -- non è questo l'importante -- è una situazione in cui mi ritrovo: tendo a diffidare da chi ha opinioni troppo decise e secche. o meglio -- diciamo la verità -- mi conforta, perché io non ne ho.

domenica 6 febbraio 2011

da uomo a... uomo

non cambieremo mai. è ancora -- e sempre -- una gara a chi ce l'ha più lungo. bisogna essere forti, sicuri di sé, responsabili, bisogna 'avere le palle', dicono. mi sono proprio rotto! voglio essere fiero di come sono, fiero della mia insicurezza, fiero della mia timidezza, fiero di essere buono, gentile, disponibile. quando tutto questo sarà considerato meglio che 'avere le palle'?eccheccazzo. forse dovremmo davvero fare la paleodieta.

venerdì 4 febbraio 2011

hereafter

sarà che non mi piace clint eastwood e nemmeno matt damon..ma sfido chiunque a spiegarmi dove questo film differisce da una totale schifezza.

martedì 1 febbraio 2011

cercando scuse per cazzeggiare

«Le storie che si scriveranno, i quadri che dipingeranno, le musiche che si comporranno, le stolte pazze e incomprensibili cose che tu dici, saranno pur sempre la punta massima dell'uomo, la sua autentica bandiera [...] quelle idiozie che tu dici saranno ancora la cosa che più ci distingue dalle bestie, non importa se supremamente inutili, forse anzi proprio per questo. Più ancora dell'atomica, dello sputnik, dei razzi intersiderali. E il giorno in cui quelle idiozie non si faranno più, gli uomini saranno diventati dei nudi miserabili vermi come ai tempi delle caverne.»
-Dino Buzzati-

non mi va di scrivere la tesi.