venerdì 10 dicembre 2010

inchiostro

Forse è capitato a tutti. E' mattina e la stanza è buia. Sei a letto. La tua testa inizia molto lentamente a svegliarsi. Per qualche istante, che non saprei di fatto dire se si tratta di momenti o secondi o minuti, tutto tace. In testa intendo. Non c'è nulla, solo la sensazione di essere a letto. Poi il tutto inizia a mettersi in moto e la testa comincia a caricare tutti i pensieri, tutte le situazioni che si stanno vivendo in quel periodo, le preoccupazioni, le gioie, le certezze o i dubbi, le cose da fare una volta alzatisi, ecc...
Ci sono dei periodi -- sarà capitato a tutti, dicevo -- in cui questo caricare è come prendere un bel foglio di carta bianco e rovesciarci sopra un litro di inchiostro. Nero.
Allora le mani cominciano a tremare e si sente freddo. Si prende la coperta, la si porta sopra la testa e si aspetta. Si aspetta che quella sensazione passi. Si vorrebbe tanto avere un bella funzione 'ignore all', come quando si butta via la spam dalla posta. Non c'è, e si aspetta. Ma quella non è solo una sensazione, e aspettare non serve a nulla, l'inchiostro rimane lì. Cercare di pulire? Perso in partenza. Niente, l'unica è alzarsi e fare finta che il nero sia bianco...o per lo meno grigio. E si continua ad aspettare comunque, anche di giorno, si trattiene il respiro per non sentire l'odore di quell'inchiostro, per non ricordarsi che esiste e si aspetta...che passi, finchè non si torna a letto, la sera.

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