Scrivo qui a commento a quanto scritto a
questo indirizzo, che invito a chi passasse di qua ad andare a leggere, è molto più interessante di quel che c'è qui.
[rileggendo velocemente quello che ho scritto, mi sono reso conto di essere stato decisamente troppo "vogliamoci bene", troppo generico, troppo sognatore (tutte cose che mi infastidiscono) e che sono stato su un piano che non è quello su cui volevo commentare. Tant'è.]
Io credo che ci siano almeno due punti fondamentali:
- capire quello che si vuole,
- capire come poterlo ottenere.
-Quello che si vuole-
ho più o meno sempre vissuto pensando che il mondo fosse 'arrivato'. Ossia che tutte le turbolenze della storia, quelle che si studiano a scuola, fossero -- appunto -- storia e che ora la società, quella occidentale almeno, fosse giunta tutto sommato ad un equilibrio più o meno stabile. Il capitalismo (parola con la quale intendo -- grossolanamente -- il modello di economia finalizzato al produrre utili sotto forma di capitale), con tutti i suoi difetti, credevo non fosse oramai più in discussione.
Con questa premessa è superfluo dire che mi sono ricreduto. Mi sono convinto che il periodo in cui viviamo non è diverso da altri segmenti di storia; non siamo in nessun equilibrio e tantomeno arrivati da nessuna parte. Bella scoperta. Bè, per me lo è stata.
Cosa voglio dire con questo? Che credo che il modello sociale del mondo occidentale possa e, di più, debba estinguersi o comunque evolvere.
Qual è il punto: sembra banale a dirlo, anzi è banale: il mondo non può più permettersi questo modello sociale. Lo si ripete ormai come un ritornello troppo sentito, come un'aria canticchiata in testa tante di quelle volte che le parole hanno perso il contorno e il senso. Non per questo il senso non ce l'hanno: la società occidentale non può continuare a vivere come ha fatto negli ultimi 50, 60 anni. Non possiamo semplicemente produrre e consumare, senza mettere nei conti almeno due cose: l'ambiente e il resto della popolazione.
E' necessario un nuovo modello economico nel quale il "costo" di un prodotto tenga conto della sua sostenibilità ambientale, di quanta acqua ed energia sono servite a produrlo e in quali modi.
Quel che sta succedendo è che sempre più porzioni del mondo meno sviluppato stanno entrando nel calderone del libero mercato, e il calderone è destinato a scoppiare. I problemi che la cosiddetta globalizzazione, il mercato globale stanno creando alle aziende italiane e non, decentramenti di produzione ecc... sono piccole scosse di un terremoto che verrà, e che darà vita ad un nuovo assetto. Bisogna lavorare affinché questo nuovo assetto sia come lo vogliamo. Noi, certo.
Dobbiamo fare un salto ulteriore nella scala dell'aggregazione sociale. Gli uomini dovrebbero vedersi in quanto appartenenti ad una comunità, e la grana di questa comunità deve diventare sempre più grossa.
Siamo partiti dalle caverne, dove ognuno pensa al proprio cibo e alla propria sopravvivenza, siamo passati a piccole comunità agricole, poi a città, poi a forme di comunione sempre più ampie. Tutto questo è stato raggiunto anche con il fondamentale apporto della tecnologia nelle forme di comunicazione e di scambio tra comunità diverse.
Internet è una forma tecnologica che allarga molto sensibilmente l'orizzonte della comunicazione. E' questa forma comunicativa che va utilizzata per saltare lo steccato del modello attuale e raggiungere modelli di condivisione e convivenza superiori.
Innanzitutto bisogna comprendere che il capitalismo ha portato enormi ed innegabili benefici, ma ha perso pian piano per la strada l'obiettivo che ogni animale sociale dovrebbe avere (o almeno la classe dirigente): il bene della comunità, prima del proprio. E' questo respiro corto, questa visione troppo ravvicinata che fa del capitalismo che viviamo qualcosa di snaturato e ingiusto.
Sto leggendo in questi giorni il libro di
Hofstadter "Geodel Escher Bach" e lì si fa un paragone tra formiche/formicaio e neuroni/cervello. La visione di basso livello del cervello(formicaio) sono i neuroni(formiche). Ma la meraviglia non sta a quel livello! Se guardiamo il cervello al livello neuronale vedremo solo tante cellule collegate che liberano scariche di ioni. Se guardiamo il formicaio a livello della formica vedremo solo singoli insetti che si procurano cibo. E' ad alto livello che stanno le meraviglie dell'intelligenza del cervello e dell'intelligenza
della comunità delle formiche.
A quel livello dovremmo aspirare, e ci vuole un respiro lungo, molto lungo. Anni luce, davvero anni luce dalle visioni dei nostri politici.
-come poterlo ottenere-
credo che il punto fondamentale e a un tempo più difficile, sia scardinare la visione corta e malata del benessere personale a scapito altrui.
A partire da noi stessi, a partire da me, che pure scrivo queste cose. Mi viene in mente una canzoncina di Michael Jackson, man in the mirror, conzone sbrodolosamente buonista e molto faziosa (nel senso di fabio), ma il seme è giusto. Non sto dicendo che tutti debbano pensarla così, questa è pura finzione. Ma almeno coloro che guidano pezzi di comunità dovrebbero avere questo in mente.
Ovvio, non ci si può fermare qui.
Coloro che condividono queste, o simili, idee devono organizzarsi e iniziare piano piano a creare delle bolle comunitarie in cui discutere di questo. Di persona, potendo, con assemblee, ma che siano assemlee con contenuti, con seminari con proposte e direi soprattutto con insegnamenti. Se c'è un punto sul quale sono incondizionatamente d'accordo con la persona a cui sto rispondendo è questa: serve conoscienza! In queste assemblee bisognerebbe che innanzitutto si insegni e si impari.
Bisognerebbe istituire un blog o comunque uno spazio sulla rete in cui scrivere il mondo che si immagina e perché e discuterne. Bisognerebbe cercare di mettersi in comunicazione con i movimenti che già ci sono. Ultimamente mi sto interessando al free software. La
Free Software Foundation, il
progetto GNU di
Richard Stallman, sono tutti movimenti di persone che (per lo meno per quel che ho capito) lavorano all'elaborazione di software non con il primario obiettivo di fare soldi, ma affinché chi ha bisogno di software li possa avere. Questo non vuol dire che sia sbagliato guadagnarci, non è questo il punto. Ma non è il guadagno l'obiettivo. Siamo diventati come lo stupido che guarda il dito e non la luna. La luna, il respiro lungo, è il bene della comunità, della popolazione, qui sta il vero progresso.
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Certo, queste sono tante e solo parole. D'altra parte sono teorico per curriculum e sono piuttosto convinto che non ci sia nulla di più pratico che una buona teoria (ma questo lo diceva un altro teorico). Non che ce l'abbia, anzi.
Seriamente: tutto questo è semplicemente mettere insieme una serie di idee confuse, poco collegate, poco motivate, ma piuttosto convinte, con la convinzione dell'intuizione più che del ragionamento. A questo dovrebbero serivire le assemblee e le riunioni: a dare struttura, testa a idee e convinzioni volatili.