Un libro dev'essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noiopinione di kafka. non sono un fan degli aforismi, un po' perché spesso non dicono nulla ma lo fanno in un bel modo -- e allora ci si rimane abbindolati -- un po' perché sembra che se una cosa l'ha detta quello lì allora dev'essere vera. questo non toglie che a volte una frase possa piacere perché dice bene una roba che già abbiamo dentro, con cui siamo davvero d'accordo, che avremmo potuto anche dire noi, in qualche senso. Questa frase di kafka mi piace molto, e ancor di più quando mi prendo la libertà di leggere arte dietro a libro.
domenica 9 dicembre 2012
inverno interno
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2 commenti:
Già mi pare ne parlammo del valore generale degli aforismi, anche se, ammetto, non ricordo se qui sul blog o a voce.
Da una parte concordo sul fatto che è intrinseco nella natura di un aforisma il dover essere d'effetto e sintetico: un aforisma appare tanto più riuscito, direi, quanto più è breve e brillante.
D'altre parte va da sè che per essere tale spesso...bè spesso è solo breve e brillante appunto: non ha nient'altro. Insomma ha un che di artificiale, di forzatamente sintetico (da leggersi nel senso di "prodotto"), se si intende quel che voglio dire.
Personalmente sono piuttosto colpito dagli aforismi, nel senso che mi affascinano, pur nondimeno nella consapevolezza che non sempre debbano svelare chissà quali verità ancestrali. Mi piacciano, punto. Mi colpiscono, punto. Mi attrae il loro modo di essere brutalmente brillanti.
Quello che hai riportato qui è in effetti piuttosto appropriato: è sensato, bello, intelligente, vedere il ruolo di un libro come quello di un rompighiaccio: il nostro rompighiaccio personale. Per questo quando si legge un libro, bello o brutto che sia, se è un libro che per noi vale qualcosa lo si capisce dal fatto che qualcosa, anche solo un minimo, dentro un po' ti ha smosso, ti "ha rotto".
a me, di quella frase, interessava soprattutto il ghiaccio
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