ho riletto, ed ora sono sicuro di essere banale, ma non ho più voglia di metterci le mani.
vediamo un po'.
C'è chi è fortunato e chi no, chi si becca qualche brutta malattia e chi arriva sano e lucido a cent'anni, chi becca l'amore al primo colpo e chi soffre e continua a soffrire. e di certo non c'è equilibrio..forse c'è in media, ma senz'altro non per il singolo. dunque la natura è ingiusta, siamo d'accordo? bene, siamo d'accordo.
su molte di queste robe, non ci si può fare nulla, ma non su tutte.
seconda domanda: vogliamo fare del nostro meglio per eliminarle queste ingiustizie (dove si può) o no? qui già ci sono più dubbi: c'è chi può pensare che se la natura le ha messe, un motivo ci sarà, che bisogna accettarle, prenderne atto anche se non le capiamo (per noi sono ingiuste, appunto), vederle come 'regole del gioco' e giocare.
Altri pensano che, invece, su quei punti in cui si può intervenire, allora lo si debba fare. Io sono tra questi. Ma anche la storia direi che la pensa bene o male così, anche se ogni tanto si ricrede e torna un po' indetro, poi un po' avanti..e così via.
Voglio dire che se si pensa da dove siamo partiti, abbiamo fatto passi da gigante (insomma, la strada fatta è tanta, ma sulla velocità si può discutere) ed oggi nel mondo occidentale si è debellata una grande quantità di ingiustizie, a cui noi non facciamo più nemmeno caso..proprio come fossero malattie estinte. e anzi quando qualche telegiornale ci fa presente che in qualche posto del mondo simili ingiustize ci sono eccome, la nostra reazione è che prima o poi finiranno, che sono ancora *indietro*, come civiltà.
Tanto per fare qualche nome illustre, lo schiavo esiste solo sui libri di storia. Una volta, vi ricordate, c'era il re, ed era re perché era figlio del re. poi i francesi si sono arrabbiati (e non si sono più molto calmati) e noi oggi votiamo per eleggere chi ci governa ed ogni voto vale 1. abbiamo una sanità pubblica: chiunque sta male può farsi curare; non funziona proprio perfettamente, in alcuni stati molto meglio, in altri molto peggio..ma c'è, ed è di certo una forma di giustizia che ci sia, come tutti --sono convinto-- converrete. Abbiamo una forma di tutela delle giustizie individuali, la legge, che è -grossomodo- uguale per tutti e che a noi sembra del tutto scontata...e così via. Certo, chi ha sfortuna c'è ancora e ci sarà sempre, ma si è fatto molto per mettere gli sfortunati sullo stesso piano dei fortunati.
Molto di quelle che siamo riusciti ad eliminare (tutte?), tra le ingiustizie di natura, mi pare siano ascrivibili al grande contenitore delle disuguaglianze sociali. Dunque, quel che in efffetti voglio dire è che la storia si è sempre mossa (almeno a grana grossa) verso l'eguaglianza sociale degli individui.
(le chiamo ingiustizie di natura, nel senso che se nascevi schiavo, nascevi schiavo e basta..non vedo la differenza con la sfortuna di averci una malattia)
quindi io penso (e spero) che il mondo si sposterà sempre verso l'allargamento di questa eguaglianza. eguaglianza che io non vedo in altro modo se non come una lotta dell'umanità per eliminare i danni e le ingustizie che la natura, il caso (che lo si chiami un po' come si vuole) ci impone alla partenza.
Ce ne sono ancora moltissime di questo tipo di ingiustizie e badate che --proprio come la schiavitù-- capita che queste ingiustizie non si vedano tanto bene, prima -ovviamente se si è dalla parte (in)giusta.
ce ne sono tantissime -dicevo- ma ora ne citerò due, un po' perché mi danno particolarmente fastidio e un po' a caso, perché mi sono venute in mente quelle (le due cose sono legate, s'intende). Ora, quando le scriverò, tutti quanti penserete che sì, va bè, saranno anche ingiustizie, ma sono così e basta, non si può pensare di farci qualche cosa, sarebbero più i danni che i vantaggi eccetera eccetera. A me invece sembrano proprio assurde, e sono sicuro che prima o poi la storia (cioè noi) ci farà qualche cosa.
Risorse naturali: diciamoci la verità, la ricchezza degli stati dipende dal grado di educazione e cultura da una parte e dalle risorse naturali dall'altra. Queste risorse naturali chi gliele ha messe lì? perché il rame che sta in cile dovrebbe essere del cile? il rame dovrebbe essere di tutti quanti! il petrolio? di tutti. il carbone? di tutti. il ferro? di tutti. a me sembra un'ovvietà. Sto pensando --tanto per fare un po' di pratica-- ad un governo internazionale, che disponga di tutte quante le risorse globali e le distribuisca...a noi sembra normale che uno stato che ha una risorsa sia molto contento di potersela godere e venderla al prezzo che più o meno riesce a decidere lui, ma questo solo se pensiamo agli stati gli uni *contro* gli altri...ho capito che sembra infattibile, che non riuscamo nemmeno ad unire l'europa ecc...a me non interessa che sembri fattibile adesso (non lo è ovviamente) mi interessa che sembri a tutti la cosa più giusta ed auspicabile, che sembri la direzione che si vorrebbe che la storia prendesse..proprio perché è la direzione del meno ingiustizie.
Altra questione. questa è proprio il baluardo delle banalità, ma non mi pare che questo la renda meno importante (anche se ho un po' paura a dirla): condizione sociale, o meglio, ricchezza/povertà. Non è possibile, o meglio è possibile ma non dovrebbe esserlo, che c'è chi nasce povero e chi ricco. ecco, l'ho detta. piano un attimo: non sto dicendo che quando nasciamo ci devono togliere alla famiglia e mescolarci ecc (idea che pur tuttavia ha avuto illustri sostenitori). non penso assolutamente che dovremmo avere tutti le stesse identiche condizioni alla nascita...ma nemmeno troppo diverse! e nemmeno sto pensando all'eliminazione del mercato per dare tutta quanta la gestione economica allo stato, questo è abbastanza agghiacciante. Sto invece pensando a delle specie di limiti nel capitale che si può avere personalmente, nei limiti di quel che si può dare in eredità ad un figlio...a dire il vero, adesso che ci penso, sto semplicemente pensando a delle tasse, che vadano nella direzione di abbassare le diseguaglianze (e in parte già ci sono, quindi non è nulla di così originale).
Va bene, sono proposte un po' difficili da digerire, me ne rendo ben conto. ma, nondimeno, penso proprio che questa difficoltà di digestione sia un abbaglio; un abbaglio come quello --lo so mi ripeto, mi scuso per la colpevole e pigra penuria di esempi-- di Aristotile che pensava che gli schiavi fossero tali di natura e sarebbero, dunque, inevitabili..o come l'abbaglio di chi pensava che l'essere mancini o omosessuali fossero malattie da curare.
vedrete, ci arriveremo, se la terra ci sopporta ancora per un po'.
2 commenti:
La questione sollevata mi pare banale solo ad una lettura superficiale; lo è molto poco ad un'analisi più profonda.
Il concetto che "piove sempre sul bagnato" è, di fatto, piuttosto corrispondente al vero per gli esempi che porti e, ovviamente, per molti altri. Se mio nonno era molto ricco e non stolto è quasi certo che mio padre era molto ricco. Se mio padre è molto ricco e non stolto è quasi certo che io sia molto ricco. Se poi io non sono stolto (Dio me ne scampi) allora è quasi certo che mio figlio sarà molto ricco. E via così.
Lo stesso dicasi sul molto povero, a parte l'essere stolto, s'intende, anche se qui il "quasi certo" lo sostituirei con "probabile" per ovvi motivi.
Ora, una prima questione è a mio avviso: questo pioggia sul bagnato è di fatto un'ingiustia sociale? Oppure, al contrario, è una giustizia sociale? Supponiamo per ora di concordare sul fatto che sia un'ingiustizia in quanto il nascere da una famiglia ricca o povera è solo questione di caso e ciò che ha a che fare con il caso non può essere considerato giusto.
Ciò detto la soluzione è quella di cercare di ridurre il capitale famigliare tramite tasse (per l'esempio sulle risorse di un Pianeta è piuttosto agevole l'estrapolazione, direi) in modo tale da tendere verso un "livellamento" dello stato sociale alla nascita, una sorta di "appiattimento", di "media" sociale in partenza. Questa operazione non farebbe scomparire la distinzione tra ricchezza e povertà, in quanto il ricco, a questo punto, tenderà a spendere tutto quello che ha prima di morire. D'altra parte, se invece intendi una tassazione "in corso" che limiti il capitale...bè è un altro discorso e avrebbe altre conseguenze. Questa operazione metterebbe tutti, circa, sullo stesso punto di partenza dal punto di vista economico. Da un punto di vista filosofico a me pare una cosa equa, per quanto estremamente difficile da digerire: è piuttosto interessante notare come un'operazione che si considera "giusta" sotto un certo punto di vista ci appaia come un'azione di una violenza inaudita da un altro.
Ad ogni modo quello su cui poi bisognare porre attenzione è che a forza di andare sempre avanti, a sinistra, non si faccia inversione a U e ci si ritrovi ad essere tutti schiavi, per giustizia naturale, di un padrone-stato: IPSE DIXIT.
se vai negli stati uniti (mi hanno detto) e gli racconti il nostro sistema sanitario, ossia che tutti sono obbligati a pagare (anche se non ne hanno necessariamente bisogno) cosicché tutti ne possano beneficiare, a loro non piace, lo sentono come un'imposizione, un limite alla loro libertà -potrò pur scegliere io se pagare per farmi curare, dicono.
A me, questa, sembra una grande cazzata.
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