ieri era l'anniversario della morte di luigi calabresi. dell'assassinio. e stavo guardando, a sera tardi, uno speciale di minoli, di qualche anno fa, che davano su rai3. c'era il figlio che parlava (il direttore de la stampa) e raccontava di quando, nel 2004, ciampi ha deciso di dare una medaglia al valore a suo padre (non di ciampi) --e ad altri-- con un cerimonia al quirinale.
lui --mario, il figlio-- era scettico. non aveva mai creduto in queste storie, era (è) un tipo che bada alla sostanza e non ai rituali, alle cerimonie, ai momenti istituzionali. ma, ovviamente, andò comunque, e --dice-- capì di essersi sbagliato fino ad allora, che non è vero che il rito non serve. che spesso non basta la sostanza, o meglio la sostanza, senza momenti in cui coagularsi ed essere rappresentata, può disperdersi e non riuscire a sostenersi da sola. la medaglia la si può pure buttare il giorno dopo, l'importante è quel momento collettivo in cui si riconosce quel contenuto. la medaglia è un pretesto, per avere qualcosa di concreto da fare lì, in quella cerimonia. l'importante è che ci sia quel momento, in cui la memoria di calabresi trova rappresentazione e si concretizza per poter durare più a lungo.
è una roba che è capitata anche a me. voglio dire, a me non in un'occasione specifica, ma ad un certo punto (e senza troppe sfumature) ho capito che anche se razionalmente il rito è insensato, ha una sua forza. la medaglia, il pacchetto il rito la decorazione, ad una testa come la mia, dava fastidio: mi pareva un orpello inutile. se c'è la sostanza, mi dicevo, allora il pacchetto è in più ed anzi, la sporca. se non c'è, il pacchetto è un'ipocrita presa in giro. il secondo caso è indubbiamente vero: l'errore sta nel primo.
rimane il fatto che il regalo vero è quello che sta dentro al pacchetto, e se manca quello, non c'è rito che tenga. ma quanto è importante la sorpresa, il bigliettino, lo scartare!...sono tutti riti che danno un spinta al contenuto.
d'altronde, il concetto stesso di regalo è il pacchetto di qualcos'altro, che sia affetto, stima, amore. quella è la sostanza. in effetti, alcuni pensano che i regali siano inutili: se c'è l'amore, cosa può aggiungere un insignificante ed inutile convenzione come 'il regalo'? invece non è così, quello è il lato sbagliato da cui guardare la cosa. (ed è vero solo nel caso in cui si facciano regali perché *lo si deve fare*)
i regali (e i pacchetti dei regali) sono i momenti in cui quel sentimento (se c'è) ha una spinta, una boccata di emozione, una rappresentazione. e sono molto importanti, con buona pace delle teste rigide dei razionalisti.
e, se ci pensate, in fondo l'arte stessa non è altro che un modo di impacchettare al meglio possibile un contenuto, un modo di fare un'iniezione di emozione ad un'idea, ad un significato che, da solo, non avrebbe la forza di sfuggire al tempo e alla banalità.
2 commenti:
:')
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