venerdì 20 maggio 2011

botte sobria e moglie vuota

questa sera mi era venuta voglia di scrivere qualcosa qui, sul blog.
non ho fatto i conti col fatto (scusate il bisticcio) che non avevo poi molto da dire.
Quindi, mi sono detto, prendi due piccioni con una fava --guarda un po' come i modi di dire sopravvivano di gran lunga alle abitudini che li hanno motivati, oggi basta andare in piazza e basta una briciola, altro che una fava, per prenderne una dozzina, di piccioni-- comunque, Prendi due piccioni con una fava, mi sono detto, Scrivi del fatto che non hai niente da dire.
Ed eccomi qua. in effetti --piccioni a parte-- non ho ancora detto nulla.

ci sono periodi in cui basta un niente per fare partire ragionamenti e visuali 'dall'alto'. altri in cui ti senti come una botte vuota che anche se la colpisici forte, tutto quel che sa fare è rimbombare. chissà cosa determina questo. è semplicemente 'fisiologico'? è dovuto a quel chi si fa? magari quando si è molto impegnati ci si sofferma meno sui ragionamenti...a dire il vero non mi pare, ci sono periodi, anzi, in cui si ha molto poco da fare e l'unico risultato è abbruttirsi e spegnersi ancora di più. dipende da quante e quali persone si frequentano? dipende da se e cosa si sta leggendo?
davvero non lo so. può darsi tutte queste cose messe insieme.

Bene. visto che non vi ho detto nulla e che inizio a faticare nell'intrattenervi, vi butterò lì due cose su un passaggio da un librino di Bauman che sto leggendo (sarebbe meglio dire maltrattando).
Mi pare di ricordare --e non ho voglia di prendere il libro per guardarci, anche se mi basterebbe appoggiare un secondo il portatile, tutto parte dell'abbruttimento di cui sopra-- che dica qualcosa sul fatto che nel mondo contemporaneo, la libertà di scelta è in realtà un'illusione.
Libertà di scelta nel senso più ampio possibile: scegliere cosa mangiare, scegliere come vestirsi, scegliere cosa fare nella vita, ecc...
sarebbe un'illusione perché noi non abbiamo una *libertà* di scelta, ma un *obbligo* di scegliere. Io la interpreto molto personalmente e grossolanamente così: una vera libertà di scelta si ha quando si può anche *non scegliere*, ossia quando si può scegliere di fare qualcosa di diverso da un qualcosa che comunque c'è. Se, d'altro lato, io devo *obbligatoriamente* compiere una scelta, si perde (almeno parte del)la libertà.
Non so se capisco quello che ho appena scritto, né tantomeno se lo condivido. Capisco però la difficoltà insita in una scelta obbligata, con la punizione delle strade che si perdono, e senza il paracadute dell'''opzione di default''.
Troppo comoda?

5 commenti:

Anonimo ha detto...

È si che è tr comoda!specialmente quando si prende l'abitudine a nn scegliere mai....o per lo meno a crederlo e nn avere il coraggio di dire a se stessi che la decisione è già stata presa!.....e se invece di libertà ne abb tr ed è sta libertà a renderci meno convinti delle ns decisioni...nn so se ci credo a questo pensiero...ma mi andava di proporlo.

Anonimo ha detto...

http://www.corriere.it/editoriali/alberoni/10_dicembre_13/alberoni_d9e871f8-0681-11e0-ad1a-00144f02aabc.shtml

Unknown ha detto...

grazie mille per il commento e per l'articolo, che dice cose vere.

sul discorso che fai della troppa libertà..bè, proprio di quello stavo parlando, quindi mi pare che siamo d'accordo.

grazie

louisvuitton ha detto...

Balenciaga penso che il tacco sia fondamentale in una scarpa, perchè è in grado di migliorarla se non addirittura di trasformarla. una scarpa banale con un bel tacco diventa subito meno banale.?
detto questo, penso anche che i tacchi non possano risolvere tutto, se una scarpa è brutta resta brutta.?
se poi ci aggiungiamo un brutto tacco, allora non c'è piu' speranza.?
è il caso di balenciaga che se ne esce fuori con scarpe che proprio non si possono guardare. l'optical è sempre, sempre, sempreeee risqué e il tacco pare lo zoccolino delle porte. va bè. no grazie, cmq no grazie Balenciaga Borse.

Gianluca ha detto...

Ma chi stracazzo é questo Louisvitton???