martedì 2 settembre 2008

In risposta a "cosa fare da grandi"

Questo è un post di risposta ai commenti a questo argomento.
Ho deciso di aprire una nuova discussione, altrimenti nessuno si sarebbe accorto dei commenti.

Passiamo alla replica al commento di mio fratello, che riporto qui, sia per chiarezza e anche perché merita


Fratellino, vedo che il tema ti fa proprio soffrire eh?

La sostanza non cambia dal tuo topic sulle vacanze e mettere "la testa fuori dall'acqua".

Quello che dici tu è vero quasi del tutto: in effetti la nostra esistenza è una specie di sopravvivenza: si deve pur mangiare, vestirsi, uscire, andare al cinema, ecc... e quindi dobbiamo lavorare per avere una base economica che ci permetta di "sopravvivere" in questo mondo.
Ed è chiaro che "lavorare" non piace in sostanza a nessuno... almeno se la vedi come fai tu.

Il termine stesso "lavoro" implica sforzarsi (forza x spostamento, no?), implica sofferenza psicologica, implica alienazione della mia vita 8 ore al giorno (x la cronaca: non lamentatevi, c'è chi ne lavora circa 10 al giorno... chissà chi è ? :))

Il punto è che è la base da cui parti che la devi risvoltare... Per fortuna che si lavora! Se tu non fossi occupato per la maggioranza della tua "vita" nella tua professione (detta così già suona meglio) arriveresti inevitabilmente prima o poi ad una depressione totale, fidati!
Essere occupati ti impedisce di pensare e pensare troppo non fa mai bene. Pensare troppo alla vita in sè dico, a noi come essere umani... E sai xchè? Perchè + pensiamo e + ci rendiamo conto che non c'è nulla al di là del famoso "... e poi?", non c'è un di + al di là di tornare a casa ed essere contenti di vedere il fratello o la sorella o i genitori o il cane, non c'è un di + al di là di aspettare il fine settimana x riposarsi e vedere che, tuttosommato, è + deprimente il fine settimana della settimana stessa, non c'è un di + al di là di un bel film alla sera, al di là si una bella dormita quando fuori piove.

Ogni professione può essere odiosa: un buon punto x partire è cercare di averne una che ci stimola e ci appassiona. Se non è così sforziamoci di renderla tale il + possibile.
Fatto questo cerchiamo di capire che il "lavoro" non ci toglie nulla di così bello dalla vita: i momenti che dedichiamo ad altro sono già sufficienti x farci precipitare in depressione spesso e volentieri.

Poi dedichiamoci ad una passione ex-lavoro, ad una qualsiasi cosa che ci piaccia: io mi dedico al mio fisico e la cosa mi forma il corpo e la mente, mi da disciplina, mi da autostima, mi da coraggio.
Voi trovate la vostra di ancora...

Quindi, da veri guerrieri, coraggio, passione e successo: questo è tutto quello che ti serve e che avrai se parti col piede giusto.

E come disse un filosofo non proprio stupido (F.W. Nietzche): "Quanto manca alla vetta? TU SALI E NON PENSARCI"


Ok ok...la risposta mi piace è piuttosto soddisfacente..e poi se lo dice Nietzsche :D
A parte gli scherzi, l'osservazione è senza dubbio giusta: il lavoro diventa la vita, o comunque aiuta a vivere, se non ci fosse si andrebbe in depressione subito...aspetta, è questo il punto che cede, che stona un po'.
Cioè se io penso alla vita, a quello che faccio ogni giorno, uso la mia testa per cercare di trovare un qualche punto fisso, rassicurante..se faccio tutto questo cado in depressione. Beh, non credo che il rimedio giusto sia quello di non pensarci!!!
Mi viene in mente la solita battuta: babbo babbo, mi fa male quando mi tocco qui...e tu non toccarlo!
Si capisce bene che non si risolve nulla, tanto più se il problema è serio - e questo credo lo sia eccome.

Però è comodo fare così, è comodo e quasi inevitabile..farsi trasportare dalla corrente, piuttosto che nuotare verso riva e cercare di capire.

Di nuovo (l'ho già fatto, ma non ricordo dove) consiglio in merito

La Confessione, Lev Tolstoj

o forse sconsiglio, dipende se siete facile alla depressione o meno.
Ciao a tutti!!


4 commenti:

Gianluca ha detto...

Chiedo scusa se il mio commento è sembrato superficiale: non ho il tempo per pensare a fondo e articolare un commento come si deve... visto che sto facendo quella cosa che ti aliena completamente dalla vita come la intendi tu!

Chiaro che ho fatto un discorso un po' generale, ma credo di non essere andato lontano dalla realtà delle cose. Non sono dell'idea che la mia soluzione sia un risultato "di comodo": piuttosto credo non sia una soluzione, perchè soluzioni non ce ne sono.
Partendo dal presupposto che si deve pur poter vivere (nel senso di non morire, va bene?), l'unica cosa da fare è quella di fare di necessità virtù e cercare quindi i lati positivi in quel qualcosa che ci permette di sopravvivere, cioè il lavoro.

Hai ragione: non è molto intelligente dire "se ti fa il gomito tu non toccarlo", ma il fatto che sia stupido presuppone che ci sia una medicina che ti possa guarire quel male. Ma se QUELLA medicina semplicemente NON esiste perchè il tuo male è un male "necessario"... bè allora non toccare è MOLTO, MOLTO intelligente: non trovi?

Ed è anche molto intelligente dire: "Ok, mi fa male un gomito. Peccato: tuttosommato se mi facesse male la pancia o un occhio andrei peggio dai...".

Una volta, in un film che dovresti ricordare, il protagonista diceva: "Tu non 6 il tuo lavoro, non 6 i tuoi soldi, non 6 la tua macchina, ecc..." e quindi confermava che non possiamo identificarci in un qualcosa che facciamo solo (o quasi dai) perchè "dobbiamo"... Ma ricordi poi come finiva? "Sei soltanto la canticchiante e danzante merda del mondo"! Cioè: ok, va bene, il lavoro mi aliena, mi "ruba" vita, mi "ruba "tempo" prezioso x... x fare che? Per capire che siamo poca cosa, niente?

Non è bello il fatto che tutti noi siamo obbligati per sopravvivere a passare la maggioranza della vita stessa a fare qualcosa che non vogliamo fare, ma non è bello nemmeno sapere che se avessimo tutto il tempo del mondo a disposizone comunque non saremmo soddisfatti e ci porremmo 1000 domande a cui non troveremmo risposte.

La filosofia di Pascal insegna molto in questo senso: non era un gran chè l'idea di fondo che Pascal aveva dell'uomo in quanto tale (+/- era come quella del protagonista del film che ho citato sopra, no?)

Voglio chiudere con un'altra frase, per me tanto geniale quanto provocatoria:

"Non prendere la vita troppo sul serio: comunque vada, alla fine, non ne uscirai vivo".

Come dargli torto...

Unknown ha detto...

Di nuovo una risposta piuttosto convincente (a proposito, il commento non era affatto superficiale!)...direi che, in fin dei conti, siamo grossomodo d'accordo. Diciamo che io mi focalizzo più su un punto e tu su un altro.

Direi che se mi fa male il gomito e non ho la cura la prima cosa che faccio è cercare la cura.

Poi, in effetti, hai ragione: la cura non pare che sia così banale da trovare (eufemismo), quindi tanto vale non toccarlo questo benedetto gomito, ma - da quanto ho capito convieni con me - non è una soluzione.

Comunque, come penso sempre in questi casi, è un po' rischioso andare avanti per metafore (mea culpa, dato che ho cominciato io) dunque lascierei perdere definitivamente gomito e compagnia bella.

Venendo al dunque: 1) il lavoro (quello delle 8 - o 10 - ore "rubate" ad altro) ha anche dei lati positivi, che stanno proprio nel non farti pensare ad altro; 2) però è bene ogni tanto ricordarsi di pensare ad altro, per lo meno per capire il giusto peso da dare alle cose e - appunto - al lavoro stesso!

Come al solito una via di mezzo, anche se - non voglio dire bugie - sotto sotto c'è una parte di me che sta ancora pensando che sarebbe meglio cercare di capire cosa si sta facendo e perché, prima di farlo; sarebbe meglio sapere dove si sta andando prima di mettersi in fila (chi aveva detto che non si fidava delle metafore?!).

Avanti popolo, siete tutti benvenuti nei commenti, non lasciateci soli!

Gianluca ha detto...

Come sempre, nella vita, il giusto mezzo è la soluzione migliore per tutto.

La professione oltre ad essere necessaria (e su qst non vi sono dubbi) ha anche dei lati positivi.
Certo ha anche lati negativi, non lo si nega: ma proprio a causa della sua necessità è intelligente cercare di vedere quelli positivi.

Certo, nel limite: si dovrebbe cercare di "scegliere" (tra virgolette perchè non è poi che uno scelga... quando dici un "sì" o un "no" ad un colloquio di lavoro e ad un corso di laurea non si può certo dire che tu sappia quello che ti oocuperà per anni e anni della tua vita per 8-10 ore al giorno... Ecco: su questo sarebbe belo discutere) qualcosa che un minimo ci appassiona o ci interessa, qualcosa che ci tiene "attivi".

Io mi ritengo fortunato, e x 2 motivi: 1) riesco ad interessarmi a quasi tutto quello che faccio 2) mi sono trovato (per merito e per fortuna appunto) a svolgere una professione piuttosto stimolante dal punto di vista mentale.

Poi, come ho detto, si dovrebbe avere cmq uno sfogo al di fuori del lavoro: cosa c'è di meglio di "misurarsi" con sè stessi giorno dopo giorno in palestra, cercando di dare sempre un po' di +, cercando di superarsi sempre, di sentirsi muscolarmente attivi, di far scorrere a litri il sangue nei muscoli? Bè per me non c'è nulla di meglio, ma ognuno può trovare qlcs che lo rassereni e che gli faccia vedere un po' meno in negativo le 8 ore del lavoro.

La mente ha un potere incredibile su quello che facciamo: basta prendere una cosa da un lato sbagliato e tutto sempre inutile, superfluo, senza sostanza. Ma c'è il viceversa per fortuna.

Quindi io mi ripeto sempre, giorno dopo giorno (come ti ho già scritto): PASSIONE, ORGOGLIO e SUCCESSO!

Anna ha detto...

dani, mi piacerebbe molto collaborare anch'io a questo post con un commento ma sono in uno stato di totale confusione.
a grandi linee, e in modo molto più semplice, sono d'accordo con chi dice (oddio non ricordi più chi lo diceva) che lavorare fa schifo ma che cmq è indispensabile perchè aiuta a tenere la mente impegnata e nel non cadere in depressione (ovviamente se è un lavoro che piace e che da stimoli).
in poche parole, credo di essere d'accordo che entrambi i fratelli Regoli e capisco i vostri differenti punti di vista (ma che non riuscirei a rispiegare).
ma voi 2 non riuscite a fare discussioni un pò più semplici? tipo sul tempo o su un cibo o su un luogo visitato? vabbè, cercherò di allenare il mio piccolo cervellino per starvi dietro almeno un pochino.