martedì 29 aprile 2008

Le tre metamorfosi

Tre metamorfosi io vi nomino dello spirito: come lo spirito diventa cammello, e il cammello leone, e infine il leone fanciullo.

Molte cose pesanti vi sono per lo spirito, lo spirito forte e paziente nel quale abita la venerazione: la sua forza anela verso le cose pesanti, più difficili a portare. Che cosa è gravoso? domanda lo spirito paziente - e piega le ginocchia, come il cammello, e vuol essere ben caricato. Qual è la cosa più gravosa da portare, eroi? - così chiede lo spirito paziente, - affinché io la prenda su di me e possa rallegrarmi della mia robustezza. Non è forse questo: umiliarsi per far male alla propria alterigia? Far rilucere la propria follia per deridere la propria saggezza? Oppure è: separarsi dalla propria causa quando essa celebra la sua vittoria? Salire sulle cime dei monti per tentare il tentatore? Oppure è: nutrirsi delle ghiande e dell’erba della conoscenza e a causa della verità soffrire la fame dell’anima? Oppure è: essere ammalato e mandare a casa coloro che vogliono consolarti, e invece fare amicizia coi sordi, che mai odono ciò che tu vuoi? Oppure è: scendere nell’acqua sporca, purché sia l’acqua della verità, senza respingere rane fredde o caldi rospi? Oppure è: amare quelli che ci disprezzano e porgere la mano allo spettro quando ci vuol fare paura? Tutte queste cose, le più gravose da portare, lo spirito paziente prende su di sé: come il cammello che corre in fretta nel deserto sotto il suo carico, così corre anche lui nel suo deserto.

Ma là dove il deserto è più solitario avviene la seconda metamorfosi: qui lo spirito diventa leone, egli vuol come preda la sua libertà ed essere signore nel proprio deserto. Qui cerca il suo ultimo signore: il nemico di lui e del suo ultimo dio vuol egli diventare, con il grande drago vuol egli combattere per la vittoria. Chi è il grande drago, che lo spirito non vuol più chiamare signore e dio? “Tu devi” si chiama il grande drago. Ma lo spirito del leone dice “io voglio”. “Tu devi” gli sbarra il cammino, un rettile dalle squame scintillanti come l’oro, e su ogni squama splende a lettere d’oro “tu devi!”. Valori millenari rilucono su queste squame e così parla il più possente dei draghi: “tutti i valori delle cose risplendono su di me”. “Tutti i valori sono già stati creati, e io sono ogni valore creato. In verità non ha da essere più alcun “io voglio”!”. Così parla il drago. Fratelli, perché il leone è necessario allo spirito? Perché non basta la bestia da soma, che a tutto rinuncia ed è piena di venerazione? Creare valori nuovi - di ciò il leone non è ancora capace: ma crearsi la libertà per una nuova creazione - di questo è capace la potenza del leone. Crearsi la libertà e un no sacro anche verso il dovere: per questo, fratelli, è necessario il leone. Prendersi il diritto per valori nuovi - questo è il più terribile atto di prendere, per uno spirito paziente e venerante. In verità è un depredare per lui e il compito di una bestia da preda. Un tempo egli amava come la cosa più sacra il “tu devi”: ora è costretto a trovare illusione e arbitrio anche nelle cose più sacre, per predar via libertà dal suo amore: per questa rapina occorre il leone.

Ma ditemi, fratelli che cosa sa fare il fanciullo, che neppure il leone era in grado di fare? perché il leone rapace deve anche diventare un fanciullo? Innocenza è il fanciullo e oblio, un nuovo inizio, un giuoco, una ruota ruotante da sola, un primo moto, un sacro dire di sì. Sì, per il giuoco della creazione, fratelli, occorre un sacro dire di sì: ora lo spirito vuole la sua volontà, il perduto per il mondo conquista per sé il suo mondo. Tre metamorfosi vi ho nominato dello spirito: come lo spirito divenne cammello, leone il cammello, e infine il leone fanciullo.

Cosí parlò Zarathustra. Allora egli soggiornava nella città che è chiamata: “Vacca pezzata”.

F.W. Nietzsche


Bene bene, non scrivo per un sacco di tempo e poi salto fuori con questo bel raccontino palloso di Nietzsche (che forse qualcuno di voi ha pure studiato a scuola), lo so me le cerco... Comunque questa "parabola" nietzschiana mi è sempre piaciuta molto, sia per il contenuto, ma anche - più banalmente - per l'atmosfera.

Bene bene, direi che posso anche chiuderla qui...come vedete è un periodo che se non faccio parlare gli altri no ho proprio niente da scrivere.

Hasta la vista :)

8 commenti:

Anna ha detto...

ho un leggero mal di testa,ma sono molto contenta che finalmente hai riscritto nel blog...ciao amico daniele,mi eri mancato.
ora prometto che leggerò con più attenzione.

Unknown ha detto...

Grazie anna..si può sempre contare sui tuoi commenti!! :):-)

Dario ha detto...

Non avrei mai pensato che dopo una giornata di lavoro (?!?) mi sarei messo a leggere Nietzsche. E più di una volta, dato che per metà mi associo al mal di testa di Anna! Il cammello che si carica di peso e si prostra sempre al volere degli altri, il leone che si ribella alle regole per cercare la libertà, e il fanciullo, l'unico ancora in grado di essere spensierato e giocare.
Proprio non volevano venire fuori queste cose durante le interrogazioni al liceo... 5 e a posto...
cmq non so se ho capito bene (forse il prof non aveva poi tutti i torti), ma il mio spirito mi sa che è ancora alla fase cammello...

Unknown ha detto...

Sì...credo proprio che anche il mio sia ancora nella fase del cammello, diciamo che ormai si è ambientato lì, si trova bene come cammello..

Anna ha detto...

ok sono ignorante ma grazie al commento di Dario ho mezzo capito...!
GRAZIE DARIO ora ti tocca aprire un blog così mi spieghi i post di Daniele.
ahh,già,anche il mio spirito è senz'altro nella fase cammello,almeno siamo tutti in compagnia...(sapete quanto puzza e sputacchia un cammello??)

Unknown ha detto...

Beh...sì, le tre metamorfosi sarebbero quelle da DOVERSI fare per essere - direbbe N. - "spiriti liberi". In effetti i due passaggi fondamentali sono quelli del leone che sta ad indicare l'atto simbolico di farla finita con la morale "vigente", di distruggere i valori morali creduti corretti (distruggere simbolicamente, nel senso di capire che quei valori non sono tali per virtù divina, sono solo il frutto di un percorso storico-sociale); quello del fanciullo che indica la fase di produzione creativa dei PROPRI valori.
Lo so sembrano parole, parole, parole...ma per me voglio dire davvero qualcosa.
Grazie della partecipazione, mi gasate proprio!!

Gianluca ha detto...

Nietzsche è un filosofo molot, molto complesso. I suoi pensieri sono sempre ricchi di atmosfere bibliche, religiose. Così il suo modo di scrivere.

Nietzsche andrebbe letto e riletto, studiato e ristudiato, analizzato molto in fondo. Ci vorrebbe tempo: molto tempo.

Se Eraclito è detto "l'oscuro" della filosofica e Parmanide "il venerando e il terribile", Nietzsche dovrebbe essere detto "il profeta" della filosofia.

Nei prox gg, magari, tenterò un qlc commento al racconto. Ma dico subito che davvero non conosco quasi la filosofia di Nietzsche per buttare giù qualcosa di sensato...

louisvuitton ha detto...

Longchamp eccoci alla consueta rubrica :
sulla scarpa sono assolutamente d'accordo. Non si guarda. Punto.?
Il tacco invece potrebbe avere un suo perchè: se invece di tenere quella forma un pochino tondeggiante nello "zoccolino delle porte", fosse stato una piramide rovesciata, quindi con linee dritte, mi sarebbe piaciuto molto di più, ma è pur sempre una suggestione interessante.